La PDND (Piattaforma Digitale Nazionale Dati) porta con sé un vero e proprio cambio di paradigma nel modo in cui le amministrazioni pubbliche gestiscono e condividono i dati: il potenziale è enorme, basti pensare che la Commissione Europea ha stimato che la realizzazione del once-only nella PA, che la PDND è pensata per abilitare, possa generare risparmi per 5 miliardi di €.
In questo contesto, i primi segnali di adesione da parte dei Comuni alla Piattaforma, sostenuta dall'avviso 1.3.1. del PNRR, sono molto positivi: a settembre 2024 sono oltre 6.300 gli Enti registrati. Al tempo stesso, le PA Centrali, fra le quali INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate e le Regioni, hanno reso disponibili oltre 400 e-services per accedere a informazioni che possono rendere più efficienti i processi dei Comuni.
Mentre l'attività di pubblicazione è ancora in corso, insieme a FPA il nostro Luigi Zanella, Direttore Business Development & Innovation di Deda Next, ha fatto il punto sulla situazione e riflettuto su che cosa serva ancora fare affinché la PDND possa davvero abilitare l'interoperabilità nella PA e semplificare così, non solo lo scambio di informazioni nella PA stessa ma soprattutto il rapporto tra Comuni e cittadini.
Per massimizzare il potenziale della piattaforma, sarà necessario che sia integrata nei sistemi gestionali degli Enti, ovvero che i dati siano accessibili sia nel front-office, per interagire direttamente con i cittadini e offrire servizi online di qualità, sia nel back-office, per migliorare l’efficienza interna, soprattutto in termini di tempi di recupero delle informazioni e di precisione delle stesse.
Un altro fattore centrale sarà l'adozione di standard chiari: per la semantica dell'informazione già alcuni servizi si riferiscono agli standard nazionali condivisi nel National Data Catalog (NDC), mentre per la sintassi AGID con il DTD hanno divulgato linee guida per un insieme di servizi prioritari. Sarà dunque cruciale perseverare nel lavoro di standardizzazione e unificazione delle interfacce per ridurre la complessità e al contempo anche i costi associati all’integrazione e alla manutenzione dei sistemi.
"Man mano che avverrà questa standardizzazione, ci aspettiamo un'ondata di modifiche sulle API già esposte. Per questo, e in generale per una maggiore flessibilità, stiamo concentrando gli interventi di integrazione sulla platform di CiviliaNext, lo strato condiviso da tutti gli applicativi verticali, in modo che i moduli che godono dell’interazione con la PDND possano essere indipendenti dalle modifiche che verranno fatte su di essa" ha commentato Luigi Zanella nell'intervista.